Quali imposte paga un imprenditore? Odpri
Ultima modifica: 06.01.2015

In Slovenia, come in gran parte degli altri paesi, quando si parla dell’imposizione fiscale, si suddividono due tipi di entrate statali: entrate tributarie e non tributarie. Le entrate tributarie si suddividono ulteriormente in tasse e contributi, entrambi forme di “tributi obbligatori”. Inoltre, mentre nel caso delle imposte non sussiste un beneficio diretto da parte del singolo o della persona giuridica, nel caso dei contributi si “pagano” determinati diritti (es. Assicurazione sanitaria). Le entrate non tributarie sono invece tasse e diritti che rappresentano un pagamento a fronte di determinati servizi del settore pubblico (le compongono anche i mezzi ottenuti dall’alienazione del patrimonio dello Stato e i proventi delle imprese pubbliche, che hanno però contenuti diversi…). Le entrate non tributarie rappresentano solo una piccola parte del bilancio statale.

In Slovenia, le imprese devono versare diversi tipi di tasse e contributi; i più importanti sono (maggiori informazioni sulle singolo tasse alla voce "Cosa significano le singole categorie di tasse?" e "Tasse ed imposte"):
  • imposta sul valore aggiunto (IVA),
  • imposte sul reddito,
  • contributi previdenziali (ovvero per l’assicurazione pensionistica e di invalidità, assicurazione sanitaria, contributo di disoccupazione e per maternità),
  • imposte sul reddito delle persone giuridiche,
  • dazi,
  • imposte sulla vendita di servizi assicurativi,
  • tasse doganali,
  • imposte sul gioco d’azzardo.
 

Quali tipologie sia tenuto a versare l’imprenditore dipende dal tipo di attività dell’azienda e dalla forma di organizzazione della stessa; di solito, l’imprenditore è tenuto a versare almeno i primi tre tipi di tasse summenzionate e anche la quarta, se l’azienda è una società di capitali (s.r.l., s.p.a. ecc.).

È quindi opportuno definire alcuni altri concetti relativi all’imposizione fiscale. Il contribuente è una persona fisica o giuridica tenuta al versamento delle tasse in conformità alle leggi tributarie. Il contribuente non corrisponde necessariamente al sostituto d’imposta, colui (persona fisica o giuridica) che effettivamente versa imposta. (Nel calcolo delle imposte sul reddito, il contribuente è di fatto l’impiegato, ma il sostituto d’imposta è la persona giuridica o l’imprenditore autonomo da cui l’impiegato riceve la busta paga.)

La ritenuta alla fonte (inglese withholding tax) significa che l’imposta viene trattenuta nel momento del versamento dei redditi (busta paga, utile di capitale o dividendi). Questa viene operata perché riscuotere l’imposta immediatamente e alla fonte è il modo più semplice per farlo.

A volte si distingue anche tra imposte dirette e indirette. Per le imposte dirette si suppone che l’onere venga sostenuto dal contribuente, mentre per le imposte dirette si attende che l’onere non venga sostenuto dal contribuente, ma da qualcun altro (es. Acquirente del prodotto finale nel caso dell’IVA).

Sono dirette le imposte che sono correlate direttamente alla ricchezza, quando questa esiste già come un bene (es. il patrimonio) o quando viene prodotta con un servizio o una prestazione (il reddito). Le imposte dirette non si trasferiscono, ovvero rimangono a carico di chi è obbligato dalla legge a pagarle (ad es., quelle che colpiscono direttamente il reddito o il patrimonio); quindi non provocano una variazione dei prezzi dei prodotti o dei fattori, ovvero non vi è divario fra prezzi netti per il produttore e prezzi pagati dal consumatore. In Italia rientrano in questa categoria:
 
Sono indirette le imposte che sono correlate alla ricchezza nel momento in cui viene trasferita (es. la vendita di un bene) o viene consumata (es. fruizione di un servizio o di una prestazione): le imposte indirette pertanto si trasferiscono da chi è tenuto a pagarle per legge ad altri soggetti. Tali imposte possono portare ad un divario tra prezzi netti per il produttore e prezzi pagati dal consumatore. Esse colpiscono la ricchezza nel momento in cui si manifesta in maniera indiretta, ossia quando essa viene o consumata oppure trasferita. Difatti si parla di imposte sui consumi (es. IVA) o sui trasferimenti (imposta di registro). Tra le imposte indirette troviamo:

Quali sono le diverse categorie di tributi? Odpri
Ultima modifica: 06.01.2015

L’imposta sul valore aggiunto (IVA, DDV) è un’imposta generale sui consumi. Si tratta di un’imposta plurifase: si applica cioè a tutte le fasi della catena produttiva e di distribuzione e non solo al momento del consumo finale, come accadeva invece con la precedente imposta sulla cifra d’affari, in vigore prima del 1999. A pagarla sono i soggetti passivi d'imposta, cioè le persone fisiche e giuridiche che svolgono un’attività di cessione di beni o di prestazione di servizi sulla quale si calcola l’IVA.  Nelle operazioni di import/export è importante prestare attenzione al presupposto territoriale dell’IVA: l’imposta, infatti, è calcolata e pagata a seconda del luogo in cui avviene lo scambio di beni o servizi. I soggetti passivi d’imposta sono, in linea di principio, tutte le persone fisiche e giuridiche che prestano servizi o cedono beni e che superano un limite prestabilito relativo al volume di traffici. In Slovenia l’aliquota fiscale generale ammonta al 22% e riguarda tutti i beni e i servizi non esenti IVA o per i quali non è applicabile l’aliquota IVA ridotta (aliquota 9,5%). Maggiori informazioni sull’IVA, la base imponibile e i vari calcoli sono disponibili nel capitolo "Tasse e contributi".

L’imposta sul reddito riguarda le persone fisiche: il soggetto passivo è cioè una persona fisica, che non coincide necessariamente con il contribuente. Ad essere tassate sono le seguenti fonti di reddito: redditi da lavoro dipendente o autonomo, redditi agrari, redditi derivanti dalla locazione di beni e dalla cessione di diritti patrimoniali, redditi di capitale e redditi diversi. L’imposta sul reddito si basa su una tabella progressiva con quattro aliquote (dato per il 2014): 16%, 27%, 41% e 50 % (la tabella delle aliquote fiscali per ciascun anno è disponibile sulle pagine web dell’ Ufficio delle imposte della Repubblica di Slovenia); alcuni redditi (interessi, dividendi e redditi di capitale) vengono tassati con l’aliquota cedolare del 25%. Maggiori informazioni sull’imposta sul reddito sono disponibili nel capitolo "Tasse e contributi".

I contributi per la sicurezza sociale in Slovenia rappresentano una delle tre principali categorie di tributi, accanto all’imposta sul reddito e all’IVA. Semplificando si può dire che si tratta di un premio assicurativo (obbligatorio) per diversi tipi di rischio: malattia, invalidità, vecchiaia, morte del capofamiglia, disoccupazione… I contributi per la sicurezza sociale sono pagati dalla retribuzione lorda, mentre l’aliquota e il soggetto passivo variano a seconda del tipo di contributo; il contribuente è quasi sempre il datore di lavoro. Per maggiori informazioni potete consultare la sezione “tasse e contributi”.

L’imposta sul reddito delle società (o, per semplificare, l’imposta sull’utile) ha come soggetti passivi le persone giuridiche residenti nel territorio dello Stato e, per i redditi prodotti sul territorio della Repubblica di Slovenia, anche le persone giuridiche non residenti nel territorio dello Stato. Il fattore principale per determinare il soggetto passivo è l’esercizio di un’attività economica (cosa che le imprese fanno per definizione e per legge); non costituiscono soggetti passivi la Repubblica di Slovenia, le comunità locali e tutte le istituzioni, associazioni, comunità religiose senza scopo di lucro. La base per il calcolo dell’imponibile è l’utile accertato con la dichiarazione dei redditi, che non corrisponde necessariamente all’utile d’esercizio: l’imponibile, infatti, è rappresentato dai ricavi dell’impresa al netto dei costi deducibili e delle agevolazioni fiscali. Dal 2014 è in vigore un’aliquota fiscale del 17%. Maggiori informazioni sull’imposta sul reddito delle società sono disponibili nel capitolo "Tasse e contributi" e alla pagina web dell’Ufficio delle imposte della Repubblica di Slovenia.

L'imposta sul valore aggiunto, in acronimo IVA, è un'imposta applicata sul valore aggiunto di ogni fase della produzione,scambio di beni e servizi. È in vigore in 63 paesi.L'IVA è un'imposta generale sui consumi, che colpisce solo l'incremento di valore che un bene o un servizio acquista ad ogni passaggio economico (valore aggiunto), a partire dalla produzione fino ad arrivare al consumo finale del bene o del servizio stesso. Attraverso un sistema di detrazione e rivalsa, l'imposta grava completamente sul consumatore finale mentre per il soggetto passivo d'imposta – ad esempio l'imprenditore o il professionista – l'IVA resta neutrale.

Il soggetto passivo d'imposta, cioè colui che cede beni o servizi, può infatti detrarre l'imposta pagata sugli acquisti di beni e servizi effettuati nell'esercizio d'impresa, arte o professione, dall'imposta addebitata (a titolo di rivalsa) agli acquirenti dei beni o dei servizi prestati. L'IVA pertanto rappresenta un costo solamente per i soggetti che non possono esercitare il diritto alla detrazione e quindi, in generale, per i consumatori finali. Nell'applicazione dell'imposta sul valore aggiunto occorre quindi distinguere il contribuente di fatto (il consumatore finale), che pur non essendo soggetto passivo dell'imposta ne sopporta l'onere economico e il contribuente di diritto (di norma un imprenditore o un professionista) su cui gravano tutti gli obblighi del soggetto passivo d'imposta, sebbene per lui l'imposta resti neutrale dal punto di vista economico.

L'imposta sul reddito delle persone fisiche, abbreviata con l'acronimo IRPEF, è un'imposta italiana diretta, personale, progressiva e generale, regolata dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi, emanato con d.P.R. n. 917 del 22 dicembre1986.Il presupposto dell'imposta è il possesso di redditi, in denaro o in natura, rientranti in una delle seguenti categorie: redditi fondiariredditi di capitaleredditi di lavoro dipendenteredditi di lavoro autonomoredditi di impresaredditi diversi. È un'imposta progressiva, in quanto colpisce il reddito con aliquote che aumentano in relazione agli scaglioni di reddito, ed è di carattere personale, essendo dovuta, per i soggetti residenti sul territorio dello Stato, per tutti i redditi posseduti, anche se prodotti all'estero.

I soggetti passivi dell'IRPEF (art. 2, D.P.R. 917/1986) sono:
  • Le persone residenti sul territorio italiano (per tutti i cespiti posseduti ed i redditi prodotti in patria o all'estero).
  • Le persone non residenti sul territorio italiano (per i soli redditi prodotti nel territorio italiano).
  • I soggetti passivi impropri, ossia le società di persone e, con innovazione recente, le società di capitali i cui soci - ricorrendone le condizioni - hanno adottato la cosiddetta "tassazione per trasparenza", in tutto simile a quella delle società di persone. In questo caso è la società che deve consegnare la dichiarazione dei redditi, ma sono tenuti a pagare l'imposta i soci stessi e non la società, secondo la loro quota di partecipazione agli utili prodotti dalla società stessa.
 
I contributi sociali si dividono in :
  • Contributi previdenziali, sono versamenti obbligatori effettuati solitamente, in Italia, all'INPS (Settore privato) e all'INPDAP (settore pubblico) per ottenere successivamente una prestazione pensionistica.
  • Contributi assistenziali, altrettanto obbligatori, effettuati all'INPS o all'INAIL, per ottenere la copertura di rischi legati all'invalidità, alla malattia, agli infortuni.

La caratteristica dei contributi sociali è l'obbligo contributivo in capo al datore di lavoro in conseguenza dell'instaurazione di un rapporto di lavoro. Sono nulli accordi tra le parti volti ad evitare il pagamento dei contributi e il mancato versamento di essi (es. lavoro nero), nonché l'inosservanza degli adempimenti burocratici connessi, è pesantemente sanzionato anche in via penale.

Per i liberi professionisti, i commercianti e gli artigiani il presupposto per l'obbligo contributivo è, al pari, lo svolgimento dell'attività di lavoro autonomo. Il principio alla base del versamento dei contributi è di aiuto sociale: in primis, verrà garantito al beneficiario il diritto, al raggiungimento di determinati requisiti, alla pensione, ma, nell'immediato, il lavoratore potrà fruire di servizi circostanziati che attenuino gli effetti negativi di particolari situazioni (disoccupazione, malattia, infortunio, invalidità, carichi familiari ecc..).

L'IRES, acronimo di Imposta sul reddito delle società è una imposta proporzionale e personale con aliquota del 27,50%. Ai sensi dell'articolo 73 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi sono soggetti passivi dell'imposta sul reddito delle società:
 
L'IRES, istituita col decreto legislativo n. 344/2003, ha sostituito l'IRPEG ed è entrata effettivamente in vigore il primo gennaio2004. Il legislatore ha voluto modernizzare il regime fiscale dei capitali e delle imprese facendo riferimento al modello prevalente nei Paesi dell'Unione Europea.

Quali benefici si hanno dal pagamento di tasse e contributi? Odpri
Ultima modifica: 06.01.2015

Nell’imposizione fiscale di imprenditori e azienda (e in generale) si distingue tra tasse, contributi e altre entrate per il bilancio dello Stato. Nel caso delle imposte, non si sta pagando lo Stato per qualche bene o servizio concreto, mentre i contributi, le tasse, i diritti ecc. hanno una logica diversa.

Dal pagamento delle imposte è quindi possibile attendersi qualche beneficio indiretto, garantito dallo Stato sotto forma di beni pubblici, la cui caratteristica è il fatto che non sia possibile o ragionevole addebitarne i costi al consumatore o utilizzatore (es. Strade, illuminazione pubblica, difesa e sicurezza), oppure beni e servizi per i quali lo Stato, altrimenti, addebiterebbe i costi ai cittadini, ma non lo fa per motivi sociali (es. scuole obbligatorie…). In questo senso vanno quindi menzionate le tre funzioni fondamentali della finanza pubblica: quella allocativa, quella distributiva e quella di stabilizzazione; in particolare, nel caso delle ultime due si tratta di benefici indiretti che i contribuenti hanno dal pagamento delle imposte, non necessariamente proporzionale all’importo della tassa.

Per quanto riguarda contributi, tasse, diritti ecc., lo scopo fondamentale del loro versamento (obbligatorio) è di assicurarsi contro determinati rischi (es. assicurazione di invalidità) oppure pagare determinati servizi garantiti dal settore pubblico (es. tasse giuridiche o amministrative). In questo tipo di pagamenti il beneficio dei contribuenti o sostituti d’imposta dovrebbe essere (almeno approssimativamente) proporzionale all’importo delle tasse, contributi, diritti ecc.

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