Cosa sono gli investimenti e come si dividono? Odpri
Ultima modifica: 24.12.2019

Il termine investimento può significare diverse cose. La definizione più generale di investimento secondo lo Zingarelli è: impiego di denaro in attività produttive, titoli e simili, allo scopo di ottenere o accrescere un utile o un reddito. Esistono vari tipi di investimento: se si considera la dimensione temporale, è possibile distinguere fra gli investimenti a breve, medio e lungo termine, se invece si fa una classificazione per tipo, allora si opera una distinzione fra gli investimenti reali e gli investimenti finanziari, dove gli investimenti reali possono essere investimenti di sostituzione o investimenti di ampliamento. Tuttavia esistono anche investimenti di altro genere: ad esempio un'impresa può investire nella ricerca e nello sviluppo o in altro. Ad ogni modo, gli investimenti dovrebbero essere sempre coerenti con la strategia commerciale dell'azienda (per ulteriori informazioni: Obiettivi dell'impresa) e comunque atti a realizzare l'obiettivo aziendale che è, per antonomasia, l'accrescimento di valore dell'impresa. Gli investimenti più frequenti nelle aziende sono quelli reali a lungo termine, cioè impianti, edifici e macchinari, che a causa della dimensione temporale estremamente lunga (parliamo di diversi anni) sono particolarmente gravosi per l'impresa. Per ulteriori informazioni a riguardo si veda la sezione Perché è necessario effettuare una valutazione finanziaria dei nuovi investimenti?.

Fondamentale è non confondere gli investimenti di ampliamento con quelli di sostituzione. Gli investimenti di ampliamento sono investimenti con i quali l'impresa cerca di ampliare la propria attività, mentre invece gli investimenti di sostituzione sono atti a sostituire un investimento vecchio (immobili, impianti, macchinari) con uno nuovo. In sede di valutazione degli investimenti di sostituzione vanno valutati con particolare cura i flussi di denaro e le conseguenze effettive dell'investimento nuovo rispetto a quello vecchio.

Fonte: Dolenc, P. & Stubelj, I. 2011. Poslovne finance s praktičnimi primeri. Ljubljana.

Perché è necessario effettuare una valutazione finanziaria dei nuovi investimenti? Odpri
Ultima modifica: 24.12.2019

Come si è già visto nella sezione, quando si parla di investimenti aziendali ci si riferisce di solito agli investimenti reali a lungo termine. In genere le scelte di investimento sono fra le decisioni più difficili all'interno di un'impresa. Questo dipende da vari motivi. In primo luogo, gli investimenti hanno solitamente un arco temporale molto lungo, i progetti di investimento durano infatti diversi anni, o addirittura decenni nel caso di progetti edili. In secondo luogo, un lasso di tempo così ampio rappresenta di per sé un rischio abbastanza elevato, è infatti molto difficile prevedere gli effetti futuri dell'investimento e le previsioni possono basarsi unicamente su aspettative. Inoltre, dal successo degli investimenti dipenderà il raggiungimento dell'obiettivo aziendale. Per questo motivo gli investimenti vanno programmati accuratamente e a tal fine è assolutamente indispensabile effettuare una valutazione finanziaria del progetto d'investimento, vale a dire verificare l'impatto di un determinato progetto di investimento sulla struttura adottante (l'azienda) in termini di redditività e valutarne la sensatezza economica partendo dal presupposto che l'investimento sia sensato nel caso in cui crei valore aggiunto per l'impresa. Per scoprire cosa ciò significa nella realtà dei fatti, si veda le sezione Analisi finanziaria degli investimenti.

Fonte: Dolenc, P. & Stubelj, I. 2011. Poslovne finance s praktičnimi primeri. Ljubljana.

Come si effettua una valutazione degli aspetti finanziari degli investimenti e quali sono le specifiche tecniche di analisi? Odpri
Ultima modifica: 24.12.2019

La valutazione finanziaria degli investimenti si svolge in modo analogo alla valutazione dell'impresa stessa, vale a dire in tre fasi:
  1.     stima dei flussi di cassa
  2.     stima del costo del capitale
  3.     valutazione della sensatezza
 

La principale specifica dell'analisi finanziaria degli investimenti è data dal fatto che le decisioni di investimento non sono, o meglio, non dovrebbero essere basate sul profitto in termini prettamente contabili, bensì in termini di cash flow. Il cash flow o flusso di cassa  rappresenta l'utile (operativo) netto a cui si aggiunge l'ammortamento. I calcolo dei flussi di cassa non considera il costo degli eventuali interessi su capitale di terzi e le entrate dell'investimento sono in primo luogo riservate a coloro che hanno garantito il capitale, cioè i proprietari (capitale sociale) o gli istituti di credito (prestiti a lungo termine). Il costo del capitale (WACC) si considera invece quando si effettua l'attualizzazione dei flussi di cassa futuri al valore attuale.

In fase di valutazione di un progetto di investimento sono da considerare esclusivamente i cosiddetti flussi di cassa aggiuntivi, cioè immediatamente riconducibili all'investimento e questo è un aspetto fondamentale soprattutto per quanto concerne gli investimenti di sostituzione. Se ad esempio si sostituiscono delle apparecchiature obsolete che fruttano 1 milione di euro all'anno con delle apparecchiature nuove che fruttano 2 milioni di euro all'anno, il valore aggiunto reale dato dall'investimento sarà di 1 milione di euro all'anno. Se non si considera questo aspetto fondamentale, si rischia di imbarcarsi in investimenti sbagliati. Per informazioni più dettagliate riguardo ai flussi di cassa, si veda la sezione "Quali elementi considerare in un'analisi finanziaria e come?".

Il costo del capitale necessario a finanziare l'investimento è dato dal costo medio ponderato del capitale (WACC) e a tale proposito è bene tenere sempre presente che:
  1.     Il WACC include i costi dei diversi tipi di capitale, quali i debiti a lungo termine, il capitale sociale e (se presente) il capitale privilegiato.
  2.     Va considerato il WACC che vale a livello di impresa (per progetti di investimento a medio rischio) e non quello del capitale per l'investimento concreto del caso.
  3.     Il costo medio del capitale significa il costo del capitale dopo le imposte: per questo è importante non sottovalutare l'imposizione fiscale sugli interessi.
  4.     Il costo del capitale sociale semplice deve essere considerato anche se l'impresa non distribuisce gli utili, ma li tiene al suo interno oppure se si tratta di un'impresa individuale. Anche gli utili trattenuti devono infatti avere un rendimento adeguato (in relazione a investimenti paragonabili), altrimenti all'imprenditore converrebbe distribuire gli utili e investire il denaro in qualche altro investimento paragonabile.
 

Per scoprire come calcolare il WACC in concreto, si veda la sezione "Come calcolare il costo del capitale e perché?"

Sulla base dei dati ottenuti si procede con il calcolo dell'indicatore di convenienza finanziaria prescelto e si prende una decisione. Esistono vari indicatori (si veda la sezione "Quali sono gli indicatori di convenienza finanziaria dei progetti e come si calcolano?"), ma il più adeguato fra tutti è sicuramente il valore netto attuale (VNA).

Fonte: Dolenc, P. & Stubelj, I. 2011. Poslovne finance s praktičnimi primeri. Ljubljana.

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