Cos'è il leasing? Odpri
Ultima modifica: 24.12.2019

Il leasing è una forma di finanziamento a lungo termine, dove un soggetto (locatore o concedente) concede ad un altro (utilizzatore) il diritto di utilizzare un determinato bene commerciale a fronte del pagamento di un canone periodico. Il concedente (ad es. una banca) mantiene la proprietà del bene per tutto il periodo di leasing o anche oltre, a seconda dei termini del contratto.

Esistono varie categorie di leasing per le quali valgono trattamenti fiscali diversi, stabiliti anche in base al rapporto contrattuale fra le due parti.

Fonte: Dolenc, P. & Stubelj, I. 2011. Poslovne finance s praktičnimi primeri. Ljubljana.

Quali tipi di leasing esistono e in cosa si distinguono? Odpri
Ultima modifica: 24.12.2019

Esistono due principali categorie di leasing, il leasing finanziario e il leasing operativo. Questi si distinguono a seconda della durata, dell'ammontare del canone, della possibilità o meno di cessare il contratto, dell'inclusione o meno dei costi di manutenzione, dell'incidenza sulla contabilità ecc.

Per leasing operativo si intende solitamente un rapporto contrattuale con il quale l'utilizzatore prende in locazione il bene oggetto del leasing per un periodo più breve della vita economica del bene (il leasing operativo è dunque simile a un noleggio di lunga durata), in alcuni casi il canone può includere anche servizi aggiuntivi, quali ad esempio i costi di manutenzione e di norma il canone del leasing non è sufficiente a coprire il costo del riscatto del bene, pertanto alla scadenza del contratto l'utilizzatore non diviene proprietario del bene, bensì può scegliere se riscattarlo pagando un prezzo di riscatto equivalente al valore del bene sul mercato. Nel leasing operativo il locatore rimane proprietario economico e giuridico del bene e lo iscrive nell'attivo del suo stato patrimoniale (e calcola le quote di ammortamento), mentre invece il locatario non rileva tali beni nel suo stato patrimoniale, ma rileva nel conto economico il canone di leasing che è solitamente deducibile dal reddito d'impresa.

Il leasing finanziario ha invece una durata maggiore, che si avvicina al periodo di vita economica del bene, analogamente al finanziamento a lungo termine. Questo tipo di leasing solitamente non prevede la cessazione del contratto e alla sua scadenza l'utilizzatore acquisisce la piena proprietà del bene riscattandolo dietro versamento di un prezzo prestabilito. Nel leasing finanziario si considera proprietario economico del bene l'utilizzatore, mentre invece il locatore rimane il proprietario giuridico del bene. L'utilizzatore rileva il bene in leasing nel proprio stato patrimoniale (e calcola l'ammortamento), mentre gli interessi sul canone di locazione si contabilizzano come passivo.

Fonte: Dolenc, P. & Stubelj, I. 2011. Poslovne finance s praktičnimi primeri. Ljubljana.

Quando scegliere il leasing? Come valutare gli aspetti finanziari della decisione? Odpri
Ultima modifica: 24.12.2019

Stabilire la convenienza in termini assoluti del leasing rispetto all'acquisto o viceversa è impossibile: di volta in volta bisogna infatti valutare la specificità del caso comparando due offerte confrontabili. È comunque bene tenere a mente che, di fatto, il leasing operativo equivale ad un noleggio a lungo termine, mentre il leasing finanziario è equiparabile ad una forma di finanziamento a lungo termine. Dovendo scegliere fra il leasing e l'acquisto di un bene si consideri che se il valore attuale dei costi del leasing è in termini assoluti minore del valore attuale netto dei costi di proprietà, allora fra i due è il leasing ad essere più conveniente. Naturalmente va da sé che prima di imbarcarsi in un leasing va letto attentamente il contratto, prestando particolare attenzione alla tipologia di leasing e agli eventuali oneri accessori, quali i costi di manutenzione, e vanno valutate bene le clausole relative alla proprietà economica, all'ammortamento, all'opzione e all'eventuale prezzo di riscatto. Di seguito si può vedere un esempio di confronto di base fra leasing e acquisto.

Esempio pratico.

Fonte: Dolenc, P. & Stubelj, I. 2011. Poslovne finance s praktičnimi primeri. Ljubljana.

Contratto di leasing Odpri
Ultima modifica: 24.12.2019

In conformità con l’articolo 6 della legge sull’imposta sul valore aggiunto (ZDDV-1) il leasing ricade nella categoria dello scambio di beni: questo significa che, al momento del trasferimento dei diritti, l’imponibile è rappresentato dall’intero valore del leasing. Alla firma di un tale contratto, la società di leasing calcola quindi l’IVA in base al valore totale del contratto e degli interessi, indipendentemente dal momento dell’effettivo pagamento, mentre chi prende immobili, impianti o macchinari in leasing li registra nello stato patrimoniale. Se chi prende in leasing è soggetto passivo d’imposta, in accordo all’articolo 62 della legge ZDDV-1  ha diritto alla deduzione dell’IVA pagata a monte.

In base all’articolo 4 bis del Dl 16/2012 la deduzione per i beni acquisiti dall’impresa in locazione finanziaria è ammessa per un periodo non inferiore ai due terzi del periodo di ammortamento corrispondente al coefficiente stabilito con decreto del Ministro dell’Economia. Per i beni immobili la deduzione è ammessa per un periodo non inferiore a 11 anni ovvero pari almeno a 18 anni. Per esempio, se il contratto di leasing è di 12 anni, il periodo minimo di deducibilità sarebbe di 2/3, cioè di 8 anni. Tuttavia, per effetto della norma specifica per i beni immobili, i canoni leasing potranno essere dedotti in non meno di 11 anni.

Per le autovetture acquisite con il contratto di leasing il limite di deducibilità dei canoni è del 20%. La durata dell’ammortamento è di 4 anni, per cui i canoni leasing potranno essere dedotti in non meno di 3 anni. C’è, inoltre, un ulteriore limite pari a 18.075,99 euro, oltre il quale i canoni diventano totalmente indeducibili. Per esempio, il costo d’acquisto di un’autovettura è di 30.000,00 euro. I canoni complessivi ammontano a 35.000,00 euro e potranno essere proporzionalmente dedotti:

18.075,99 : 30.000,00 = 60,25%, cioè entro il limite di:

35.000,00 x 60,25% = 21.087,50 euro.

La deduzione massima consentita è del 20%, per cui: 21.087,50 x 20% = 4.217,50 euro.

La durata minima è di 36 mesi (2/3 del periodo di ammortamento), per cui si potranno dedurre ogni anno soltanto 1.405,83 euro.

Ciò dimostra che, salvo casi particolari, quando l’autovettura è utilizzata esclusivamente per le necessità aziendali (ad esempio:i tassisti), non è conveniente intestare l’autovettura all’impresa.

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