Per raccogliere informazioni sui candidati per un posto di lavoro esistono numerosi metodi: i più comuni sono sicuramente il modulo di candidatura, il curriculum vitae completo di attestati e certificati, il colloquio di valutazione, i test psicoattitudinali, le referenze e la visita medica. Tali metodi si possono utilizzare singolarmente o congiuntamente; di seguito ne illustriamo le caratteristiche.
Il modulo di candidatura è uno strumento che permette di valutare l'idoneità del candidato a colpo d'occhio, in quanto presenta in modo schematico e facilmente confrontabile, oltre alle generalità del candidato (nome, cognome, data di nascita, indirizzo di residenza, stato civile, titolo di studio) anche informazioni circa il percorso formativo e professionale (dove, quando, da chi si è formato il candidato) e le esperienze di lavoro pregresse (dove, quanto). Va da sé che tali informazioni sono utili e rilevanti solamente se veritiere, è dunque buona norma chiedere al candidato di produrre certificati e documenti che attestino la veridicità dei dati.
Il curriculum vitae contiene informazioni simili a quelle contenute nel modulo di candidatura, con la differenza che nel CV tali informazioni sono esposte in modo più dettagliato, ma allo stesso tempo anche più soggettivo.
Il colloquio di assunzione può essere utile per conoscere meglio il candidato. Affinché il colloquio sia veramente efficace, è importante che l'intervistatore non lasci nulla al caso, che prepari le domande e soprattutto stabilisca a priori gli obiettivi. Durante il colloquio l'intervistatore dovrebbe evitare domande che spingono l'intervistato in una certa direzione (del tipo: “È vero che desidera lavorare da noi?”) e dovrebbe annotare fedelmente le risposte e successivamente utilizzarle per la stesura di una scheda colloquio da consultare al momento della selezione finale dei candidati. Il colloquio rappresenta un'occasione per conoscere personalmente il candidato: l'intervistatore dovrebbe pertanto assicurarsi che questi si senta a proprio agio, magari ponendogli qualche domanda informale o offrendogli un caffè.
I test psicoattitudinali servono per valutare l'attitudine del candidato al ruolo in questione, mentre le prove pratiche e situazionali si usano per valutare le competenze specifiche del candidato, poiché pongono il candidato di fronte ad un compito concreto oppure analizzano le sue reazioni in una situazione ipotetica sperimentale. Nel primo caso il candidato riceve un compito concreto da svolgere – meglio se non strettamente legato all'ambito lavorativo per il quale si candida – in modo da avere una visione più completa delle sue competenze e capacità, mentre il secondo metodo, che data la sua complessità viene solitamente utilizzato esclusivamente da personale esperto, consiste nel porre il candidato di fronte alla simulazione di un problema e a seconda dell'adeguatezza della sua risposta il valutatore è teoricamente in grado di predire l'efficacia della sua prestazione lavorativa.
Un'ulteriore utile fonte di informazioni sui candidati possono essere le referenze che provengono da persone che hanno conosciuto il candidato nel rapporto lavorativo precedente o durante il suo percorso formativo. L'affidabilità delle informazioni aumenta se l'esaminatore conosce di persona chi fornisce le referenze.
Prima di assumere un dipendente è infine bene farsi un'idea sul suo stato di salute. Il più delle volte è possibile intuire già a prima vista se il candidato è in buono stato di salute e abile al lavoro, mentre per informazioni più specifiche è necessaria una visita medica.